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Dopo le prime settimane di sbalordimento e angoscia, tra febbraio e marzo dell’anno scorso, sembra quasi che alla guerra tra Russia e Ucraina sia subentrata una certa assuefazione. L’anno scorso, in tutte le nostre classi, ne abbiamo parlato tanto di questa guerra, abbiamo cercato di comprenderne le cause, abbiamo discusso sulle possibili alternative alla risposta bellica di fronte all’aggressione russa.Poi però le notizie dall’Ucraina hanno smesso di “fare notizia”. E noi abbiamo ripreso ad affrontare i consueti argomenti, a proporre le consuete attività.

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60 docenti di religione, 3 giorni e 2 notti, 6 relazioni, 2 laboratori, 2 uscite sul territorio … questi i numeri del corso regionale di aggiornamento per Idr in servizio in Emilia Romagna, che si è svolto a Tabiano i primi giorni di dicembre. Ma aldilà dei dati, quanti racconti! Quanti scambi, incontri, condivisioni! Ecco in ordine di ‘apparizione’ alcuni degli spunti di riflessione che ho portato a casa. L’intervento della biblista Laura Bernardi ci ha introdotto alla teologia narrativa. La Bibbia crea una catena di figure,

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Ho letto un libro molto interessante che spiega come il magistero della chiesa cattolica, che a volte afferma di garantire la continuità rispetto all’insegnamento degli apostoli, ha viceversa espresso cambiamenti radicali di dottrina nel corso del tempo e ha compiuto scelte drastiche rispetto ai testi neotestamentari riconoscendo scarsa importanza ad alcuni insegnamenti ed enfatizzandone altri nemmeno esplicitati nei medesimi testi. Sto parlando del volume “Riforma – quando la chiesa si pensa altrimenti”

Angelo Scita è un amico che da tanti anni studia la Bibbia per passione. E, sempre da anni, guida un gruppo di appassionati della Bibbia che desiderano conoscerla, interpretarla, amarla. È convinto, ma non è il solo, che non vi sia una sola ragione per cui nella scuola italiana si studino i classici greci e latini ma non i testi biblici. E ha ragione! Noi insegnanti di religione facciamo del nostro meglio e uno dei nostri obbiettivi centrali è proprio favorire l’approccio diretto con la Bibbia. Ma si dovrebbe fare