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Nelle mie classi quinte, la prima lezione dopo la pausa natalizia è stata dedicata all’ascolto del messaggio di fine anno del Presidente Mattarella. Ho fatto questa scelta perché il Presidente si è rivolto ai giovani nati nel 1999 (appunto quelli delle classi quinte) con parole che mi sono parse estremamente significative. Ricordando che il 4 marzo si terranno le elezioni politiche, ha tra l’altro affermato: “Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta. Questo mi induce a condividere con voi una riflessione.
Cari studenti e cari genitori, nelle prossime settimane si svolgeranno le iscrizioni on-line al primo anno dei percorsi scolastici che avete scelto. Insieme alla scelta della scuola e dell’indirizzo di studio, sarete chiamati ad effettuare anche la scelta di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. È proprio su quest’ultima decisione che richiamiamo la vostra attenzione, perché si tratta di un’occasione formativa importante che vi viene offerta per arricchire la vostra esperienza di crescita e per conoscere le radici cristiane della nostra cultura e della nostra società.
Dopo aver attentamente ascoltato i tre relatori che hanno esposto (a grandi linee) la storia del buddismo, vorrei fare una prima riflessione come insegnante di religione. Mi sembra si sia parlato del desiderio umano, e di come il buddismo abbia rivelato che non esiste cosa o persona, o condizione, che lo possa saturare, e che l’alimentare tale desiderio sia alla base della nostra condizione di sofferenza.I nostri alunni, da adolescenti, si stanno dibattendo proprio tra questi dilemmi e contraddizioni: sono attratti in avanti dal desiderio, ma nello stesso tempo non sanno in cosa riporre le proprie speranze, su quale terreno poggiare i piedi; cercano dapprima di acquisire un’identità in base a quello che gli altri ritengono importante: l’immagine, il successo, la fama.
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Martedì 5 dicembre presso la Fondazione S.Carlo di Modena, in un Teatro gremito di studiosi, la Prof.ssa Felici, docente di Storia Moderna all’Università di Firenze, ha spiegato cosa si intende per “riforma radicale”. Non esiste infatti una sola riforma, ma tante: quelle “magistrali” guidate da Lutero, Calvino, Zwingli… ma anche le riforme radicali: un complesso magmatico di sètte, gruppi, individui diffusi in tutta Europa, caratterizzati da misticismo, umanesimo, profetismo, evangelismo, che, interpretando la Bibbia nei modi più diversi, hanno aperto la strada al futuro. Consegnando la Bibbia, tradotta in volgare, ad ogni cristiano, Lutero aveva infatti scoperchiato un vaso di Pandora.
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