Un gruppo di insegnanti di religione di Trento, qualche mese fa, ha consegnato al Responsabile del Servizio IRC della CEI, un interessante documento che pubblichiamo di seguito e i cui contenuti erano già stati presentati anche alla Commissione sull'IRC istituita dal precedente Governo presso il MIUR. Si può essere d’accordo o meno con le loro proposte ma esse dimostrano che la riflessione sugli scenari futuri che potrebbero interessare la nostra disciplina è vivace e diffusa perché molti sono convinti che alcuni ripensamenti (più o meno radicali a seconda dei punti di vista) siano necessari.
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Nei giorni scorsi è stata presentato a Roma il volume a cura di Sergio Cicatelli e Guglielmo Malizia “Una disciplina alla prova. Quarta indagine nazionale sull’insegnamento della religione cattolica in Italia a trent’anni dalla revisione del Concordato” (ed. Elledici). La novità rispetto alle precedenti indagini sta nel fatto che sono state misurate anche le conoscenze religiose di chi si avvale dell’IRC e i risultati, almeno secondo la lettura datane da Avvenire, sono inaspettatamente soddisfacenti. Nel numero del 18 gennaio scorso infatti il quotidiano della CEI titola: “Prof. promossi a pieni voti”.
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Oggi ho dedicato parte del pomeriggio alla lettura di “insegnarereligione” e voglio ringraziare tutti coloro che si prodigano per tenere aggiornate le notizie. Il blog è diventato un punto di riferimento che permette, a noi idr, di condividere continuamente le idee che ci permettono di tenerci sempre aggiornati. Mi associo anch'io alle perplessità suscitate dalla leggerezza con cui vengono diffuse informazioni errate sulle nozioni basilari del cristianesimo. Occorre che questi episodi spiacevoli siano da stimolo ad un continuo impegno degli insegnanti nel mondo della scuola per formare futuri uomini e donne che abbiano gli strumenti culturali necessari per diventare cittadini, lavoratori e professionisti preparati, competenti e informati.
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Leggendo qua e là in questi giorni di vacanza (almeno scolastica) mi imbatto in una lettera al Corriere di poche righe e in una breve risposta dello storico, scrittore, giornalista, diplomatico Sergio Romano che da anni tiene la rubrica. La riporto nella sua versione intera:
Il libro delle verità (Martedì 27 dicembre 2016)
"Caro Romano, l’espressione “religioni del libro” da lei utilizzata nella risposta a un lettore mi risulta oscura. A che cosa si riferiva?
Il tratto comune delle tre grandi religioni monoteistiche è l’esistenza, per ciascuna di esse, di un libro che contiene le verità rivelate e i precetti del Signore. Per gli ebrei è la Bibbia con particolare riferimento all’Antico testamento; per i cristiani è il Nuovo Testamento (ma molti protestanti leggono anche l’Antico Testamento); per i musulmani è il Corano. Esistono anche altri libri come la Torah per gli ebrei, gli Atti degli apostoli per i cristiani, gli Hadith (detti autentici del Profeta) per i musulmani”. Credevo si trattasse di uno scherzo (di questi tempi è di moda il falso in rete...).
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