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Leggendo il libro del nostro collega Filippo Binini, “Pluralismo religioso a scuola: una proposta”, viene in mente la frase di un grande docente ed educatore, don Lorenzo Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia” (“Lettera a una professoressa”). Qual è dunque il “problema comune” a molti docenti di religione al centro di questo volume appena pubblicato da Pazzini Editore? Il ruolo stesso della nostra disciplina e di chi la insegna
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Oggi ho incontrato una collega che ha dovuto chiedere diverse settimane di aspettativa per motivi familiari. L’Ufficio Scuola non ha trovato nessuno che la sostituisse quindi un paio di preti e un paio di colleghe - nel loro giorno libero! - si sono spartite le ore per sostituirla.Un paio di mesi fa il mio dirigente scolastico ha inviato al corpo docente un appello: “Chi conosce ex alunne che stanno frequentando anche il primo o il secondo anno di Scienze della Formazione, provi a chiedere se vogliono essere assunte in qualche scuola primaria.
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Stiamo vivendo la settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. Come sappiamo, il Credo niceno-costantinopolitano è comune a tutte le Chiese ed esprime alcuni principi fondamentali della nostra fede. È un testo che però risale a molti secoli fa e risente di un certo tipo di contesto culturale, teologico e linguistico. Forse, potremmo sintetizzare ciò in cui crediamo con parole più adatte al tempo che viviamo e al linguaggio che utilizziamo. Mi permetto di proporre un primo tentativo, con qualche licenza teologica... in attesa di idee migliori!
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In tre prime liceo, nell’ultima lezione prima della pausa natalizia, ho chiesto se c’era la disponibilità a parlare del fenomeno della “baby gang”. La risposta è stata decisamente positiva ed espressa con forza soprattutto da quella parte della classe che solitamente durante le lezioni di Religione resta a guardare ma non si fa coinvolgere. Mi sono accorta con un certo stupore (devo ammetterlo) che, in tutte e tre le classi, diverse ragazze e ragazzi avevano contatti diretti
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Da diversi anni, nelle quinte liceo, affronto la questione dei rapporti tra Ebrei e Cristiani. È un argomento doloroso perché, prima di leggere insieme il n.4 della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate e raccontare dell’amicizia che negli ultimi decenni si è consolidata, è necessario ripercorrere l’ostilità che per secoli i cristiani hanno manifestato nei confronti degli Ebrei. Il popolo di Israele è sempre stato un piccolo popolo e quasi sempre è stato perseguitato, anche prima dell’avvento del Cristianesimo.
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