“Molto bene!” potremmo dire, almeno per la nostra collega Gina Elettari che si sta felicemente approssimando alla pensione dopo una lunga carriera come IdR e che abbiamo festeggiato nel nostro ultimo incontro annuale (nella foto con Vinicio Zanoletti, direttore dell’Ufficio Scuola). Il titolo dell’incontro intendeva portarci a riflettere sulla valutazione, tema molto delicato e non solo per noi IdR. Ci ha aiutato Alessandra Augelli, pedagogista a formatrice dell’Università Cattolica di Piacenza.

I materiali della sua relazione sono sul sito e quindi non li riassumo. Provo invece a sperimentare l’uso delle “metafore rivisitate”, di cui ci ha parlato alla fine, per riflettere sul mio anno scolastico. Ho scelto la metafora dei paesaggi e mi sono chiesa se l’anno appena trascorso sia stato una passeggiata tranquilla in mezzo al verde, la scalata di una montagna, la traversata nel deserto, una nuotata troppo lontana da riva in un mare minaccioso, una lunga corsa sul bagnasciuga...

La prima cosa che mi viene in mente è che si è trattato di un percorso in gran parte già noto, paragonabile all’attraversamento della mia città, conosciuta e amata, ma capace di riservare sempre qualcosa di nuovo. Piena di bellezza e di difetti. Il paesaggio che scelgo dunque è la città perché, come una scuola, è fatta di mille cose costruite e collegate tra loro, di mille persone che si muovono in modo apparentemente disordinato e casuale ma in realtà seguendo regole piuttosto precise.  Ma non sempre i collegamenti funzionano. Ho fretta che arrivi l’autobus ma è in ritardo. Vorrei pranzare in un bar ma non c’è posto. Mi ero scordata che è giovedì e i negozi sono chiusi, devo prelevare dei soldi ma il bancomat è fuori servizio. Alcune strade sono belle e curate, altre sono sporche, cartacce dappertutto. Poi cammino nel centro storico ed è sempre bellissimo. Anche perché incontro sempre qualcuno che conosco, quindi mi fermo, chiacchiero, discuto, riannodo legami e amicizie. Quando torno a casa mi accorgo che non ho fatto tutte le commissioni che avevo in programma. Uffa, che rabbia. E che stanchezza.  Ma le cose più importanti le ho fatte e poi è stato bello sentire le novità che mi ha raccontato la mia amica che non vedevo da tanto. Peccato che ci siamo incontrate in una piazza dove c’era molto rumore. Insomma, mi è piaciuto girare in città ma è stato faticoso e piuttosto dispersivo. Con questo caldo poi...

Chi ha orecchie per intendere...   Buon fine anno a tutte le colleghe e a tutti i colleghi!