Di fronte all’ennesima guerra che insanguina il mondo – ennesima ma troppo vicina per non angosciarci profondamente, più delle altre – tutti invocano la pace. Troppo facile, troppo generico. Forse sarebbe meglio vedere chi condivide due obiettivi più precisi: 1.la fine della guerra e quindi il silenzio delle armi; 2.la libertà, la giustizia, la democrazia per ogni persona e ogni popolo. Su di essi forse comincerebbero i distinguo perché tutti vogliono la pace ma non tutti vogliono la fine della guerra:

molti vogliono vincere la guerra e considerano la guerra uno strumento per raggiungere la pace. Secondo questa idea le armi non devono tacere ma sono indispensabili sia per vincere che per fare paura ai nemici in tempi di "non guerra".

Ancora, tutti vogliono la pace ma non tutti vogliono libertà, giustizia e democrazia: molti sistemi politici nel mondo non contemplano questi tre elementi. C’è chi pensa di potere garantire la pace attraverso regimi autoritari e violazione della dignità e dei diritti delle persone.

Io penso che la guerra non possa essere uno strumento per raggiungere la pace e che non c’è pace senza libertà, giustizia, democrazia. Credo che dovremmo escludere l’opzione guerra dalle nostre menti perché, come affermò Giovanni XXIII nella Pacem in terris, la guerra è estranea alla ragione (alienum a ratione). Un grande lavoro educativo, culturale, politico, giuridico va fatto per raggiungere questo obbiettivo. È necessario convincersi che la nonviolenza conviene sia dal punto di vista sociale che economico, sia dal punto di vista personale che nei rapporti tra popoli e Stati. La guerra porta distruzione e povertà. La nonviolenza porta prosperità e felicità. La nonviolenza con i suoi strumenti e luoghi di dialogo e mediazione, con la costruzione di rapporti di fiducia reciproca, con lo spostamento delle risorse dalle armi all’istruzione, alla salute, alla salvaguardia dell’ambiente... è cruciale per prevenire le guerre.

Tuttavia, l’obiezione sorge immediata: se qualcuno aggredisce un popolo con una guerra (come ha fatto Putin contro l’Ucraina) come ci si difende? Io non ho ricette e rispetto molto chi sostiene che di fronte a un’aggressione armata è legittimo difendersi con le armi. Probabilmente oggi è effettivamente inevitabile.

Osservo però che l’umanità, nel corso della sua storia, ha inventato cose meravigliose: medicine per malattie ritenute a lungo incurabili, viaggi nello spazio, tecnologie che hanno radicalmente migliorato la nostra vita...Possibile che non riesca a inventare mezzi efficaci per disinnescare sul nascere un’aggressione armata? Lo so che la mia domanda può apparire molto ingenua ma senza grandi sogni non otterremo grandi risultati.

Diffondere la cultura della nonviolenza, impegnarsi per il disarmo graduale ma deciso di tutte le nazioni spostando risorse sulla formazione di persone e istituzioni di mediazione, aumentare e non ridurre l’interdipendenza tra i popoli e gli Stati perché tutti abbiano chiaro l’evidente verità che senza gli altri non si può vivere (in fondo è su questa base che è nata l’Unione Europea). Tutte queste cose, e molte altre, vanno fatte! E più le faremo più avremo la possibilità di prevenire aggressioni armate ma anche di inventare modi intelligenti per difendersene senza usare la medesima violenza.