Abbiamo partecipato in quattro IdR di Parma (Daniela Cugini, Daniela Giroldini, Paola Ugolotti e Monica Vezzani) al corso di formazione regionale IRC che aveva come argomento “Lo sviluppo dell’affettività. Un approccio pedagogico-didattico”. Il corso si è tenuto a Pennabilli (diocesi di San Marino) il 7-8 aprile scorso e aveva come obiettivi:

- riflettere sull’identità dell’uomo post-moderno immerso in un contesto sociale globalizzato confrontando il dato storico con il fondamento biblico dell’antropologia cristiana;

 

- individuare buone pratiche didattiche di IRC che favoriscano, negli studenti, un apprendimento significativo in ordine alla maturazione di competenze personali in ambito relazionale e affettivo;

 

- imparare a progettare percorsi di apprendimento di IRC che sappiano coniugare la specificità della disciplina scolastica con i bisogni formativi degli alunni/studenti nelle loro diverse fasi di crescita e maturazione.

Il corso si è aperto con due interventi:

- il primo, di carattere biblico, fatto da Mons. Stefano Ottani, Vicario giudiziale a Bologna, che aveva come argomento “A Sua immagine. Fondamento biblico dell’antropologia cristiana. Il corpo e la Bibbia”;

- il secondo invece, del Prof. Silvano Petrosino, docente di Semiotica e filosofia teoretica presso l’Università Cattolica del S.C., aveva come argomento “Chi è l’uomo del post-moderno? Spunti per una significativa educazione all’affettività”.

Il primo intervento ci ha fatto riflettere sulla necessità di partire dalla redenzione per illuminare la creazione, questo perché non è più condiviso cosa è naturale e cosa no. Siamo passati da Mt 19,4, dove Gesù indica nei rapporti affettivi il ritorno alla situazione di grazia creata da Dio, per arrivare a Gn 2,18 dove ci è stato presentato il verbo “corrispondere” e le sue varie declinazioni.

Il secondo intervento è iniziato con un’ampia panoramica sulla società del consumo le cui regole sono vendere tutto, vendere a tutto, purchè si consumi (ed è in questa società che i nostri ragazzi sono immersi), per arrivare all’assoluta positività della vita, dell’affettività e della sessualità.

Il professore ci ha presentato la necessità di un’antropologia seria, adulta e mossa, cioè in collaborazione con le scienze umane.

Successivamente sono stati organizzati laboratori verticali, quindi non per ordine di scuola ma misti, che avevano come finalità la riflessione critica e la ricerca sul vissuto degli alunni e sulla pratica didattica per riconoscere lo specifico dell’IRC, condividere orientamenti pedagogici e didattici e individuare linee progettuali.

Quindi all’interno dei gruppi c’è stato un confronto tra i docenti

- sull’interpretazione del vissuto degli alunni e sulla validità delle scelte di prassi didattica,

- su quelli che possono essere i bisogni degli alunni e sullo stile educativo congruente,

- sugli orientamenti pedagogici per sviluppare i percorsi di educazione affettiva;

- per una individuazione condivisa sullo specifico dell’IRC, in riferimento alla progettazione didattica di interventi sul tema dell’affettività e della sessualità;

- le modalità pedagogiche, quale stile educativo.

Alla fine dei laboratori ogni gruppo ha restituito in plenaria, a grandi linee, gli elementi di condivisione.

Quella di Pennabilli è stata una bella esperienza sia per gli interessanti argomenti delle relazioni, ma soprattutto per il confronto che c’è stato nei gruppi di laboratorio in un clima sereno caratterizzato dal dialogo, rispetto, ascolto partecipato e negoziazione delle soluzioni, che hanno portato a un arricchimento reciproco.