Dopo alcune esperienze positive vissute negli anni fuori regione e ultimamente in realtà più vicine, ho accolto di buon grado l'invito del corso di Assisi per allargare il mio sguardo sull'Irc e sul mondo scuola e giovani. Il tema era stimolante: “Un'azione d'aula efficace per un IRC coinvolgente”. Il convegno ha coinvolto colleghi sul territorio nazionale, dal 5 al 7 novembre scorso. Il corso organizzato dalla Cei e dal Miur ha accolto circa ottanta docenti di quasi tutte le regioni italiane ed in particolare da quelle diocesi, non tutte, che hanno aderito all'iniziativa. La sede del corso di quest'anno è stata Santa Maria degli Angeli (domus pacis) ad Assisi.

 

Il corso fin dall'inizio è stato denso di appuntamenti: la giornata vedeva la celebrazione eucaristica proposta alle 730 e dopo la colazione iniziavano le relazioni dalle 9 fino alle 13 circa e nel pomeriggio i laboratori dalle 15 alle 1930, interrotti da una pausa caffè ben rifornita.

Una prima ricchezza è la conoscenza di tanti colleghi e, con il loro sguardo, di diverse realtà italiane: dal Sud dove la cultura locale supporta anche l'Irc che quindi gode ancora (anche nelle superiori) della totalità degli studenti, fino a realtà di grandi città del centro nord dove la partecipazione è più in difficoltà. Differenze vi sono anche nel numero di aspiranti insegnanti che nel Centro-Sud talvolta sopravanzano notevolmente i posti disponibili, mentre nel Nord c'è un sostanziale equilibrio e spesso numerose richieste di idoneità da altre diocesi. Le condizioni delle strutture sono inoltre molto eterogenee, scuole all'avanguardia e scuole con tante carenze dai laboratori alle tecnologie: ricordo il racconto di due colleghi che insegnano ad Amatrice, la piccola scuola tra le macerie ancora da smaltire, la ricostruzione dimenticata, le persone sfiduciate nelle case temporanee...

Per quanto riguarda i lavori del corso, gli interventi qualificati hanno dato tanti spunti per la decostruzione e la ricostruzione del nostro lavoro in aula. I laboratori scanditi nella tempistica, guidati e organizzati in piccoli gruppi, miravano a portare parte della teoria nella rielaborazione pratica.

Dei relatori ricordo in particolare il primo intervento, incentrato sulla comunicazione del corpo, la cui gestione e la cui efficacia spesso viene sottovaluta in classe, incontro che ha visto alcune esemplificazioni e la condivisione di esperienze personali. L'altro intervento che mi ha stimolato è quello del prof. Calvani, sui metodi di insegnamento e le tecnologie per la formazione, contributo che ha evidenziato come tante novità, metodologie e recenti mode tecnologiche non abbiano al momento evidenza scientifica nei risultati e quindi vadano presi con senso critico (www.sapie.it).

Invece viene consigliato il cooperative learning, il far leva sulla metacognizione insieme ad obiettivi espliciti e chiari, a poche nuove informazioni (la memoria di lavoro e la concentrazione sono oggi sempre più ridotte).