Cosa c’entra l’eco-femminismo con la torre di Babele? È con questa curiosità che mi sono messa in ascolto della lezione della prof.ssa Cristina Frescura nell’ambito del Corso di teologia delle donne che quest’anno parla appunto di “Natura, creazione ed eco-femminismo. Per non perdere il filo”. La docente ha basato il proprio discorso sull’originale traduzione di Genesi 11,1-9 elaborata dal teologo Andrè Wenin. La traduzione è originale anche perché appare piuttosto “brutta” in quanto si limita a una

versione francese (poi “italianizzata”) molto letterale e molto grezza del testo ebraico. L’operazione però è molto importante perché permette di liberarsi dagli strati di parole e di immagini che nei secoli si sono sovrapposti al testo rischiando di impedirne una lettura libera, fedele e magari nuova.

Per esempio, nella traduzione della CEI leggiamo: “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole” mentre Wenin propone: “E tutta la terra era una lingua unica e delle parole uniche”. Non si tratta solo di un’unica lingua ma di una lingua povera e superficiale, funzionale a uno scopo pratico e non a creare dialogo. E’ una lingua che assomiglia ai neologismi che usiamo oggi quando parliamo, per esempio, di "Whatsappare” o “scannerizzare”…

Ancora, si può osservare che i mattoni e il bitume che vengono utilizzati sono materiali artificiali, già lavorati che vengono inseriti a forza nell’ambiente naturale.  E i protagonisti del racconto affermano:” Costruiamoci una città”. Si tratta di un progetto autoreferenziale che non prevede un’alterità. È un progetto totalitario che vuole cancellare le differenze e dare origine a una discendenza facendosi “un nome”. E la torre vuole sfidare il Signore.

Adonai a questo punto reagisce, non solo e non tanto per punire la superbia degli uomini, ma per ri-creare una situazione in cui le differenze possano esistere. In Genesi 1 leggiamo di un Dio che separa e distingue: questo è l’atto creativo. Che qui, in qualche modo, si rinnova.

Il testo però non intende demonizzare la tecnica in quanto tale ma condannare quella tecnica che cancella le differenze, è aggressiva nei confronti del contesto naturale, non ammette alcun tipo di trascendenza perché vuole dominare tutto. Anche Dio. Esiste invece una tecnica diversa ed è quella che emerge nel racconto della costruzione dell’Arca di Noè come emerge dal capitolo sesto al capitolo nono della Genesi.

Rileggendolo con la prof.ssa Frescura potremo forse condividere con lei questo confronto. 

TORRE DI BABELE            ARCA DI NOE'

Fallo                                  Grembo

Sfida col Divino                 In ascolto del Divino

Uniformità                         Differenza

Antitesi al creato              Salvezza del creato

Autoreferenzialitrà            Universalità

 Arca_di_Noè.png

 Capito?