Il settembre di questo 2020 non vede solo l’inizio della scuola, ma anche la ripresa di una routine quotidiana che è stata interrotta tanti mesi fa e noi maestre dell’infanzia ci siamo chieste come poter accogliere al meglio i nostri bambini di 3, 4 e 5 anni, dopo quella che è stata un’esperienza indefinibile. Su questa domanda abbiamo riflettuto insieme alla dottoressa Losio, pedagogista e formatrice.La dottoressa ci ha parlato della teoria della SALUTOGENESI che studia le cause della salute e non quelle della malattia.

 

Questo approccio è stato proposto dal sociologo Antonovsky che individuò tre componenti della personalità fondamentali per la promozione della salute:  1) la capacità e la possibilità di poter esercitare un controllo anche se ridotto, in situazione di difficoltà; 2) la possibilità di comprendere dare un ordine a quanto di minaccioso sta accadendo; 3) trovare un significato a ciò che accade, che in pratica è l’esito delle due capacità sopra esposte. Quest’ultimo punto porta con sé la speranza di farcela perché io comprendo e un po’ controllo.

Sempre Antonovsky parla di fattori generativi di salute grazie ai quali è possibile attivare risorse per favorire lo spostamento verso la salute.

Durante il lockdown la scuola è stata in grandissima sofferenza non solo perché c’è stata la sospensione delle attività didattiche in presenza, e quindi una nuova definizione delle modalità di insegnamento e apprendimento, ma anche perché ha interrotto e azzerato la partecipazione di tutti al contesto educativo travolgendo routine e quotidianità rassicuranti e funzionali alla crescita dei bambini e anche degli insegnanti.

E qui possono venirci in aiuto due idee: la ristrutturazione di campo e la pedagogia occasionata.

In pratica dobbiamo essere pronti ad allinearci con un nuovo panorama che possiamo osservare mentre si crea, osservando sempre quello che i bambini ci rimandano, fermo restando i principi pedagogici che guidano il nostro lavoro. Ristrutturare il campo e cogliere, pedagogicamente parlando, le occasioni che il nuovo momento mi offre o integrando la mia programmazione di sempre. Questo vuol dire essere sul pezzo e noi dobbiamo essere sul pezzo sempre!!

Massimo Ammaniti e Maria Rita Parsi hanno rivolto il loro sguardo ai “bambini del lockdown” per i quali è necessario trovare, negli adulti, degli esempi da emulare e una guida chiara e competente che li aiuti ad affrontare questa fase di “perdita” in modo sereno, consapevole, positivo e, perfino, piacevole.

E’ evidente che al ritorno a scuola non possiamo fare finta di nulla, i bambini ma anche noi, hanno bisogno di parlare, di ascoltare i coetanei, gli adulti, hanno bisogno di osservarti per vedere se sei agitata o tranquilla, se sei rassicurante o il contrario, nervosa o preoccupata.

E infine abbiamo parlato di un grande problema della scuola, e non solo, la comunicazione!

Essa può avere tre modalità principali: passiva, assertiva, aggressiva.

La dottoressa ci ha illustrato brevemente le caratteristiche di queste modalità e ci ha lasciato un piccolo tesoro, ma di grande importanza: le tappe fondamentali del processo che conduce alla soluzione di un problema!!

Il numero contenuto delle insegnanti dell’infanzia ci ha permesso di scambiarci pensieri, esperienze, sensazioni e sentimenti, dando a tutte la possibilità di ritrovarsi nelle parole delle altre e la dottoressa Losio ci ha guidate in un percorso altamente positivo e motivante!!

Abbiamo capito che non ci viene chiesto di fare niente di diverso da quello che abbiamo sempre fatto: accogliere bambini diversi e le loro storie con passione e professionalità!!

L’incontro è finito qui, ma le nostre riflessioni sono appena cominciate!!

Monica Vezzani Daniela Giroldini Giordana.Capurro