Non si può dire che noi IdR non ci aggiorniamo! Dopo gli interessanti incontri di formazione che si sono svolti nel mese scorso, alcuni di noi stanno seguendo il corso base di Teologia delle Donne organizzato dal Coordinamento delle Teologhe Italiane (CTI). Riprendo alcune idee espresse dalla teologa e direttrice del Corso, prof.ssa Lucia Vantini, nella prima lezione ricordando che in ambito cattolico la teologia elaborata dalle donne si è molto sviluppata dopo il Concilio Vaticano II visto che prima la frequenza delle facoltà di teologia era riservata agli uomini.

 

La Prof.ssa Vantini ha subito fatto una precisazione sul titolo: in realtà non si può parlare di teologia delle donne al singolare perché esistono diverse e disomogenee teologie elaborate da donne. Si tratta di un complesso filone di pensiero che non cerca nuovi sistemi dogmatici perché si presenta in divenire, e si espone alla contaminazione.

Il suo intendimento non è semplicemente quello di aggiungersi al panorama del pensiero teologico tradizionale e maschile ma di cambiare panorama cambiando il punto di vista dal quale si guarda e anche moltiplicando i punti di vista.

È una teologia che invita a fare le domande, superando l’atteggiamento degli apostoli che quando vedono Gesù parlare con una donna (la samaritana di Giovanni 4) se ne stupiscono ma non gli chiedono spiegazioni.

In queste teologie pur diverse e disomogenee non mancano le insistenze e le parole chiave.

Tra le insistenze la prof.ssa Vantini ha citato le relazioni (il Santo Mistero trinitario è un fatto di relazioni che si rende presente nel mondo attraverso legami affettivi di giustizia. Deformante pensarla rigidamente al maschile); narrazioni (essenziale raccontare storie e storie che parlino di alleanze, non di eroi solitari), presenza del quotidiano (Dio si prende cura della vita ferita. Se ci limitiamo alle teorie dimentichiamo le ingiustizie, non ascoltiamo la voce delle vittime).

Ed ecco un breve glossario di parole chiave:

GENERE: la teologia di genere porta alla luce e legge criticamente tutto ciò che il mondo associa al maschile e al femminile

ESSENZIALISMO: pretesa di dedurre rigidamente dalla natura che cosa significa essere donna e cosa significa essere uomo.

ANDROCENTRISMO: centralità del maschio ma “di nascosto”. L’universale e il neutro sono “maschere” di un maschile messo al centro

DIFFERENZA: serve per recuperare l’esperienza soggettiva come elemento imprescindibile per leggere la realtà

INTERSEZIONALITÀ: la differenza sessuale si dà in un intreccio di altre differenze (condizione sociale, geografica, orientamento sessuale, colore della pelle, ricchezza o povertà...)

QUEER: (strano, bizzarro): teoria teologica che porta l’attenzione sull’intreccio delle differenze assumendo una parola che era nata come insulto rivolto alle minoranze sessuali.

La prossima lezione sarà tenuta dalla prof.ssa Adriana Valerio teologa e storica.

Nella foto alcune teologhe del CTI