Gli insulti e le minacce che sono state rivolte a Silvia Romano sul web ma anche in Parlamento mi hanno sconcertata. E mi ha sconcertata il fatto che in questi anni le bande di odiatori hanno reagito molto diversamente se ad essere liberate da gruppi di rapitori sono state donne o uomini. Gli insulti sono stati indirizzati prevalentemente, se non esclusivamente, contro le donne. E’ successo a Silvia Romano come successe a Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. Non è successo così ad Alessandro Sandrini, Luca Tacchetto, o Sergio Zanotti.

 Qualcuno ha scritto che tutto questo è frutto di un problema che molti uomini hanno con se stessi e che si chiama “mascolinità tossica”. C’è del vero in questa lettura ma osservo che anche alcune donne si sono espresse con la medesima cattiveria dopo la liberazione di queste volontarie.

E allora forse il problema è più profondo e non risolvibile condannando gli “uomini cattivi”.  

È infatti il sistema dell’informazione in quanto tale che racconta la “realtà” (in questi come in moltissimi altri casi) con “occhiali” diversi se si tratta di uomini o di donne. E lo fa sapendo di interpretare un sentire molto diffuso. Questo è il guaio.

Se si tratta di donne, i loro “occhiali” hanno lenti che ingrandiscono l’aspetto fisico e l’abbigliamento, vanno a scovare la dimensione erotica degli eventi anche quando questa è inverosimile, individuano perfettamente tutti i peggiori sospetti sulle motivazioni delle scelte...Se si tratta di uomini si usano lenti di tutt’altro tipo che mostrano dichiarazioni, idee, fatti accertati. E che ben presto volgono altrove la propria attenzione.Qui c’entra solo in parte se chi racconta è un uomo o una donna. C’entra il fatto che siamo ancora tutti immersi in una cultura nella quale prevale il tradizionale punto di vista maschile (quello tossico) per cui anche le donne fanno fatica a inforcare occhiali dalla giusta gradazione.

Vanessa e Greta non si erano convertite all’islam come Silvia ma furono comunque oggetto di una curiosità morbosa, di insulti, sospetti, minacce. Le tre giovani hanno in comune solo il fatto di essere andate ad aiutare qualcuno (per i cattivisti questa è una colpa imperdonabile) e di essere donne.

Gli occhiali dalla gradazione sbagliata di cui sto parlando rischiamo di usarli molto spesso anche noi quando parliamo di religione, di etica o di chiesa.

Sono gli occhiali con i quali è stata letta per secoli anche la Bibbia. Pensiamo, tanto per fare un solo esempio, all’importanza che ha avuto nella tradizione cristiana la verginità di Maria. Molto più della sua forza, della profezia delle sue parole, dell’autorevolezza con la quale si è rapportata perfino con Gesù.  

Il quale ha preso i famosi occhiali e li ha pestati sotto i piedi perché lui ci vedeva bene e non aveva nessuna intenzione di falsare la realtà. Ricordiamocelo quando facciamo lezione!